Il 26 Novembre è uscito su Trends in Ecology and Evolution un articolo sul Progetto:
‘Progetto Psyche: genomi di riferimento per tutti i Lepidotteri in Europa’
A cui partecipano i nostri zoologi del Dipartimento di Biologia (UNIFI)
Per capire il punto focale della ricerca inseriamo di seguito un post riassuntivo inviatoci dal Professor Leonardo Dapporto del Dipartimento di Biologia (UNIFI) che da anni è presente nel progetto.
GENOMI DI FARFALLE E FALENE PER STUDIARE L’EVOLUZIONE, LA RESILIENZA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI E AFFRONTARE LE SFIDE DELLA SICUREZZA ALIMENTARE
Svelare i segreti nascosti nel DNA di farfalle e falene potrebbe contribuire alla conservazione della natura, trasformare la nostra comprensione dell’evoluzione e scoprire nuovi modi per affrontare i parassiti agricoli.
Il Progetto Psyche è un’iniziativa internazionale promossa da Wellcome Sanger Institute di Cambridge (Regno Unito) e che mira a sequenziare tutte le 11.665 specie di farfalle e falene presenti in Europa.
Si tratta di uno sforzo immenso, che richiede in prima istanza la capacità di raccogliere esemplari freschi per il sequenziamento e la loro identificazione a livello di specie.
Tra i sei gruppi che guidano questa impresa vi è l’Università di Firenze (Dipartimento di Biologia) con l’impegno degli Zoologi:
Adele Bordoni, Claudia Bruschini e Leonardo Dapporto.
Il progetto vede la collaborazione tra ricercatori, tassonomisti, responsabili politici e cittadini scienziati ha pubblicato un nuovo white paper su Trends in Ecology & Evolution,
(https://www.cell.com/trends/ecology-evolution/fulltext/S0169-5347(25)00292-7)
che illustra come i genomi di tutte le farfalle e falene possano aiutare a rispondere a domande evolutive e affrontare sfide come la sicurezza alimentare.
Negli ultimi mesi il progetto Psyche ha raggiunto un traguardo importante: gli esperti coinvolti da varie parti d’Europa hanno sequenziato 1.000 specie di farfalle e falene.
Le farfalle e le falene, collettivamente note come Lepidotteri, svolgono ruoli fondamentali negli ecosistemi di tutto il mondo e rappresentano circa il 10% di tutte le specie eucariotiche conosciute.
Sono un gruppo estremamente diversificato, importanti impollinatori e parte integrante della catena alimentare, sia come erbivori sia come prede. Alcune specie sono però anche gravi parassiti, con impatti su agricoltura, foreste e colture tessili.
I Lepidotteri sono inoltre indicatori chiave di biodiversità e cambiamento climatico, poiché reagiscono rapidamente ai cambiamenti ambientali o al degrado dell’habitat. Una diminuzione del numero di farfalle può quindi rappresentare un campanello d’allarme precoce per perdite più ampie nella fauna selvatica. Molti progetti di conservazione contano farfalle e falene per monitorare la salute di un ecosistema e valutare l’efficacia delle azioni di tutela.
Integrare la genomica nella conservazione può aiutare a identificare nuove specie e specie già conosciute, permettendo un monitoraggio accurato, e a indagare i fattori che possono aver portato alla comparsa di nuove specie o al declino di popolazioni.
I genomi possono anche essere utilizzati direttamente per stimare il calo delle dimensioni della popolazione, la connettività tra popolazioni o i livelli di consanguineità. Considerando il declino continuo delle popolazioni di insetti – con alcuni dati che indicano una riduzione del 40% delle farfalle a livello continentale – comprendere meglio l’evoluzione delle specie resilienti potrebbe contribuire a proteggere altre specie.
Tutti i 1.000 genomi finora prodotti sono liberamente disponibili e stanno alimentando numerose aree di ricerca per comprendere meglio come questi insetti si siano evoluti e diversificati nei 230 milioni di anni della loro esistenza.
Confrontare i genomi di specie scomparse, in declino o stabili/ in crescita può aiutare a capire come i cambiamenti ambientali e le attività umane influenzino la diversità e la distribuzione degli insetti.
