ESTRATTO DA UNIFIMAGAZINE
[...] L’analisi del Dna antico mette in discussione la nostra comprensione della civiltà fenicio-punica.
I ricercatori dell’Università di Firenze, con un team internazionale di ricercatori guidato dalla Harvard University, hanno studiato dati genetici su scala genomica dai resti di 210 individui. Le analisi hanno condotto a una scoperta sorprendente: le città fenicie del Levante – l’area che comprende Libano, Siria e Palestina – contribuirono geneticamente poco alle popolazioni puniche del Mediterraneo centrale e occidentale, nonostante i profondi legami culturali, economici e linguistici.
I risultati dello studio, intitolato “Punic people were genetically diverse with almost no Levantine ancestors”, sono stati pubblicati su Nature.[...]
[...] “Lo studio offre una nuova prospettiva sulla diffusione della cultura fenicia: non attraverso migrazioni di massa su larga scala, ma tramite un processo dinamico di trasmissione culturale e assimilazione” afferma David Caramelli, senior author dell’articolo e docente Unifi di Antropologia del Dipartimento di Biologia. “Il lavoro mette in luce la natura cosmopolita del mondo punico. Evidenzia come i suoi insediamenti ospitassero persone con profili genetici molto diversi, con la principale origine genetica simile agli attuali abitanti della Sicilia e dell’Egeo, e molti individui con significativa ascendenza nordafricana”. [...]