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La genomica per la conservazione delle specie a rischio

Review sull'accumulo di mutazioni deleterie di DNA in popolazioni di specie a rischio pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Reviews Genetics

La genomica per la conservazione delle specie a rischio

La variabilità genetica rappresenta una delle condizioni necessarie per l’evoluzione della vita sulla Terra. Essa viene prodotta negli organismi  viventi ad ogni generazione dai processi casuali di mutazione e ricombinazione genetica. Successivamente viene poi cesellata da altri processi, casuali o direzionali, quali la deriva genetica e la selezione naturale. Mantenere la variabilità genetica fra gli individui di una popolazione presenta tuttavia un costo molto alto: per ogni nuova  mutazione potenzialmente vantaggiosa, ne compaiono molte altre più o meno deleterie che si accumulano nel genoma degli individui di quella popolazione.

Questo carico genetico (genetic load) costituisce un fardello pesante nelle popolazioni di piccole dimensioni in cui le mutazioni deleterie possono manifestare più facilmente i loro effetti negativi. Identificare e quantificare il carico genetico utilizzando l’informazione contenuta nell’intero genoma di molti individui rappresenta quindi uno strumento fondamentale per gestire e proteggere specie a rischio di estinzione le cui popolazioni presentano un numero molto ridotto di individui.

Di queste tematiche tratta la review pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Reviews Genetics, alla quale il Dipartimento di Biologia ha contribuito mediante la figura di Alessio Iannucci, assegnista di ricerca presso il gruppo di Ecologia e Zoologia Molecolare. La ricerca, coordinata dal professor Giorgio Bertorelle dell’Università di Ferrara, si inserisce nella cornice di un progetto più ampio, EndemixIT, volto a salvaguardare cinque specie endemiche italiane mediante l’utilizzo di dati genomici.

24 Febbraio 2022 (Archiviata)

 

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